La divulgazione scientifica è fatta di parole, immagini e, soprattutto, di incontri. Incontri con le persone, con la curiosità e con la voglia di imparare. Uno degli appuntamenti più entusiasmanti che ho vissuto di recente è stata la lezione che ho tenuto per il Consiglio Comunale dei Ragazzi del mio paese, un’iniziativa che coinvolge studenti delle classi quinte della scuola primaria e delle prime, seconde e terze della scuola secondaria di primo grado.
Un percorso iniziato quasi per caso
Questa esperienza è nata da un concatenarsi di eventi. Dopo la pubblicazione del mio articolo sul cervo italico su Focus Junior, ho avuto l’opportunità di parlarne direttamente a scuola, nella classe di mia figlia (terza primaria). La curiosità suscitata tra gli alunni e le insegnanti ha fatto sì che l’incontro non restasse un episodio isolato. Da lì, la proposta di un incontro più ampio, direttamente nel Consiglio Comunale dei Ragazzi. Un bellissimo esempio di come la divulgazione possa innescare un effetto a catena positivo.
Il cervo italico e la sua storia: un viaggio tra conservazione e biodiversità
Il cuore dell’incontro è stato il cervo italico, la sua storia unica e il progetto di reintroduzione nel Parco delle Serre in Calabria. Ho mostrato ai ragazzi delle immagini esclusive delle catture, documentate durante il progetto, che al momento tengo riservate perché compariranno in alcune pubblicazioni speciali nel 2025.
Parlare del cervo italico è sempre un viaggio nella storia e nella conservazione della biodiversità. Un cervo "italiano", diverso dal cervo europeo, con peculiarità genetiche e morfologiche uniche. Un progetto ambizioso che mira alla sua reintroduzione in Calabria per creare una popolazione di riserva e proteggerne il futuro. Mostrare le immagini di questi animali nel loro habitat ha creato un legame immediato con i ragazzi, rendendo il racconto più coinvolgente.
Distinguere gli ungulati: una sfida per tutti
Uno dei momenti più apprezzati della lezione è stato quello dedicato al riconoscimento degli ungulati cervidi presenti in Italia. Cervo, capriolo e daino sono tre specie molto comuni, ma che in realtà vengono spesso confuse, persino dagli adulti. Con l’aiuto di immagini e racconti sul campo, ho mostrato ai ragazzi le principali differenze tra loro, analizzando le dimensioni, la postura, la forma delle orecchie e del muso, oltre agli habitat e ai comportamenti.
Per rendere l’esperienza ancora più concreta, ho portato con me alcuni palchi di cervo, daino e capriolo, che i ragazzi hanno potuto osservare e toccare con mano. Il contatto diretto con questi reperti naturali è sempre un momento speciale, che stimola la curiosità e rende più tangibile l’apprendimento.
Il mestiere del Reporter della Natura
Un altro tema che ha suscitato grande interesse è stato il mio percorso personale come Reporter della Natura. Ho spiegato ai ragazzi come nasce un articolo, dall’idea alla scrittura, fino alla pubblicazione su una rivista, e quale sia il ruolo della fotografia naturalistica nel documentare la fauna selvatica e nel raccontare storie attraverso le immagini.
Ho mostrato anche il mio blog, uno spazio digitale dove raccolgo racconti, articoli e progetti. Un aspetto che ha coinvolto particolarmente i ragazzi è stato vedere foto e video girati proprio nel nostro paese. Questo ha reso tutto più reale, più vicino, più possibile. Spesso si pensa che la natura da raccontare sia solo quella dei grandi parchi o delle riserve lontane, ma la verità è che basta aprire gli occhi per accorgersi della straordinaria biodiversità che ci circonda.
Due ore di entusiasmo e domande senza fine
Quello che più mi ha colpito è stato il livello di attenzione e la quantità di domande che sono arrivate dai ragazzi. Due ore sono volate, tra curiosità, aneddoti e scoperte.
Domande intelligenti, a volte sorprendenti, che dimostrano quanto i giovani abbiano voglia di capire, imparare e agire.
Un format da riproporre
Questa esperienza mi ha dato una conferma importante: l’educazione ambientale è una chiave fondamentale per il futuro.
Le scuole e i musei possono diventare luoghi di scoperta, in cui i ragazzi imparano ad amare la natura attraverso esperienze dirette. Coinvolgere i giovani significa piantare semi di consapevolezza che cresceranno nel tempo. Nel 2025 voglio puntare ancora di più su questo tipo di divulgazione, portando questo format in altre scuole, istituti e centri educativi.
E voi?
Se siete insegnanti, educatori o genitori e pensate che un’esperienza del genere possa essere utile per la vostra scuola o associazione, contattatemi. Sono sempre felice di portare la mia passione e le mie conoscenze dove possono fare la differenza.
Scrivetemi qui o su Instagram (@faunanet), e scopriamo insieme come far crescere il legame tra giovani e natura.
Perché il futuro della biodiversità passa dalle nuove generazioni.
Davide Zanin | Reporter della Natura